La pesca a Eging è una tecnica affascinante e sempre più praticata anche in Italia, perfetta per chi ama insidiare cefalopodi come seppie, calamari e occasionalmente polpi. Nata in Giappone, questa tecnica si è diffusa rapidamente tra gli appassionati di spinning grazie alla sua efficacia e al divertimento che offre. In questo articolo ti spiegheremo le basi della pesca a Eging, l’attrezzatura necessaria e qualche consiglio utile per iniziare con il piede giusto.
Il termine "Eging" deriva dalla parola "Egi", ovvero le esche artificiali utilizzate per attirare i cefalopodi. La tecnica si basa sull’animazione di questi artificiali in modo da simulare il movimento di una preda, tipicamente un gamberetto. È una pesca dinamica e visiva, molto praticata nei mesi autunnali e invernali, quando le seppie e i calamari si avvicinano alla costa.
Le condizioni ideali per il Eging sono:
Acqua limpida
Mare calmo
Ore di buio o albe/tramonti
Presenza di luce artificiale (es. lampioni nei porti)
Uno dei vantaggi di questa tecnica è che non richiede attrezzatura complessa o costosa per iniziare. Ecco cosa ti serve:
Le canne specifiche per Eging hanno una lunghezza compresa tra 2,40 m e 2,70 m, con un’azione fast o regular fast. Devono essere leggere, sensibili e in grado di lanciare e animare agevolmente egi di misura compresa tra 2.5 e 3.5.
Il mulinello ideale è taglia 2500 o 3000, leggero ma potente, con un buon rapporto di recupero (5.2:1 o superiore). La frizione deve essere fluida e precisa, per gestire le fughe dei cefalopodi.
Un trecciato sottile (PE 0.6 – 1.0) ti garantisce sensibilità e lanci lunghi. In testa, si utilizza un terminale in fluorocarbon da 0.20 a 0.30 mm, lungo circa 1 metro, per maggiore invisibilità e resistenza all’abrasione.
Gli Egi sono l’anima di questa tecnica. Si tratta di esche artificiali che imitano gamberetti o pesciolini, dotate di un corpo affusolato e una doppia corona di ami (yagura) nella parte posteriore.
Le taglie più comuni sono:
2.5 per acque calme e poca profondità
3.0 misura tuttofare
3.5 per fondali più profondi o acque mosse
La scelta del colore è fondamentale:
Colori naturali (marrone, verde oliva) per acque limpide e giornate soleggiate
Colori vivaci (rosa, arancio, rosso) per acque torbide o condizioni di scarsa luce
Colori UV e Glow per la notte o fondali profondi
Lift & Fall: solleva l’egi con uno o due jerk decisi, poi lascialo cadere (fall) sul fondo.
Jerk continuo: piccoli colpi di vetta ravvicinati per dare vita all’esca.
Slow Retrieve: recupero lento e costante con leggere variazioni di ritmo.
In Italia, i migliori spot per il Eging sono:
Porti e moli, dove la presenza di luci artificiali attira i cefalopodi
Scogliere naturali o artificiali
Spiagge con fondali misti (sabbia e rocce)
La presenza di posidonia o zone con substrati rocciosi aumenta le probabilità di catture, poiché offrono rifugio e caccia per calamari e seppie.
🧍♂️ Osserva i pescatori locali: spesso sanno quali egi funzionano meglio in zona.
🤫 Muoviti con discrezione: i cefalopodi sono sensibili ai rumori e alla luce eccessiva.
💰 Usa egi economici all’inizio: le incagliate sono frequenti, soprattutto nei primi tempi.
🔄 Cambia esca e stile se non ricevi attacchi dopo 10-15 lanci.
🕐 Pazienza e costanza: sono le vere chiavi del successo nel Eging.
La pesca a Eging è una tecnica entusiasmante, perfetta per chi vuole vivere il mare anche in inverno, con catture combattive e spesso abbondanti. Con la giusta attrezzatura, un po’ di pratica e qualche dritta sul movimento dell’egi, anche tu potrai vivere sessioni di pesca davvero emozionanti!
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